Monica Nicoletti ci spiega quali sono le proibizioni, gli obblighi, le azioni da evitare o da compiere per chi pratica lo yoga.
Lo Yoga mette a disposizione un proprio codice etico-morale, lasciando ad ogni praticante la libertà di seguirlo o meno.
Ovviamente, lo yogin è invitato a comportarsi secondo queste linee guida, non tanto per un vero e proprio obbligo, bensì perché, attraverso l’osservanza di queste indicazioni, si ha modo di sviluppare la propria capacità di discernimento (buddhi).
Attraverso il discernimento ci si pone le giuste domande e si va gradualmente a superare il velo di Maya creato dai condizionamenti o da false identificazioni, che ci fanno perdere di vista la nostra vera essenza spirituale.
Quando manca questo collegamento con la nostra parte animica, ci sentiamo in una situazione di squilibrio, di confusione…manca sempre qualcosa.
Patanjali (II a.C.) spiega chiaramente come questa situazione produce karma negativo. Il disagio che percepiamo in questo stato di scollegamento non ci permette di perseguire la missione di vita per cui ci siamo incarnati.
Seguire queste indicazioni, dette Yama (proibizioni o azioni da evitare) e Niyama (obblighi o azioni da compiere), ci permette di ristabilire la rotta.
L’intensità del “voto” dovrà essere ragionevolmente relazionata alla vita del praticante e diversi fattori della sua esistenza, come la natura, le esigenze, l’ambiente, il grado di sviluppo spirituale, l’appartenenza ad un popolo o gruppo religioso.
Ognuno quindi potrà adeguare di conseguenza il proprio comportamento, anche se i temi generali sono comunque universalmente validi.

La loro spiegazione richiederebbe molto tempo e molto spazio, perciò le descriverò brevemente, cercando di dare un’idea più precisa possibile, tenendo conto che le interpretazioni esistenti sono anche diverse tra loro.
Yama (proibizioni o azioni da evitare)
–
Codice sociale
(Sutra 30 Sadhana-pada -Yoga Sutra I a.C. fino al V d.C.)
Sono come un dispositivo etico di sicurezza che evita al praticante azioni negative, dannose e dispersive.
A livello sociale, l’individuo deve prima di tutto evitare di generare interferenze e conflitti nel campo più vasto in cui si trova immerso. Solo così, da elemento parziale, potrà accedere all’insieme totale.
AHIMSA
Fissare a livello molto profondo una precisa volontà di non nuocere.
Astenersi da qualsiasi forma di violenza, in ogni modo e in ogni tempo, con il pensiero, la parola e l’azione.
SATYA
Astenersi dalla menzogna e dall’inganno. Implica la verità nel pensiero, nella parola e nell’azione, a tutti i livelli dell’esistenza.
La parola deve tendere al bene e alla luce, mai al nuocere ad altri, a creare difficoltà o fraintendimenti.
ASTEYA
Astenersi dal furto. Non si tratta solo di non rubare cose altrui, ciò che va controllato è il desiderio di appropriarsi di qualsiasi oggetto.
Significa non rubare o non sprecare il tempo della nostra evoluzione spirituale o del lavoro degli altri (tempo prezioso, energia o pensieri altrui).
BRAHMACARYA
Astenersi dalle passioni. Riguarda sia il controllo delle funzioni sessuali (castità), sia il mangiare e il bere, e tutte le sensazioni che possono arrivare dalla vista, dal tatto, dall’udito e così via (purezza).
Comprende anche ogni forma di attaccamento a persone o cose.
APARIGRAHA
Astenersi dal possesso, inteso come non accettare alcuna cosa, considerati i danni che comporta l’accettarla, il conservarla, il distruggerla, l’attaccarsi a lei.
La possessività è la pericolosissima volontà di controllare l’anima del prossimo.
Niyama (obblighi o azioni da compiere)
–
Codice personale
(Sutra 32 Sadhana-pada – Yoga Sutra I a.C. fino al V d.C.)
Lo scopo degli “obblighi” è dare direzione al proprio agire o pensare.
Queste azioni da compiere sono rigenerate, purificate dalle valenze negative e sublimate.
SHAUCHA
Purezza: comprende la purificazione del corpo, degli organi e della mente, la purezza del nostro ambiente esterno e del nostro essere interiore alla perfezione.
SAMTOSHA
Atteggiamento costante di accettazione serena di qualsiasi situazione, interpretata come la migliore delle occasioni per il progresso spirituale e la felicità.
TAPAS
Fa si che l’individuo si comporti con perfetta conoscenza e adesione alle leggi naturali, in modo da ottenere il migliore risultato dagli strumenti psico-fisici di cui è dotato (dieta, respirazione, atteggiamento corporeo, processi mentali). Rafforza la volontà di disciplinarsi.
SVADHYAYA
Studio e autoanalisi introspettiva per comprendere tutte le personali problematiche psicologiche.
Si pratica per evitare di sviluppare false idee riguardo ai propri progressi evolutivi.
ISVARA PRANIDHANA o ATMA PRASADANA
Devozione, cioè il mantenere il proprio cuore e tutto l’essere aperti al divino.
Tutte le azioni vengono offerte a Dio e le emozioni vengono incanalate verso la corretta direzione per ottenere il risultato desiderato.
Monica Nicoletti
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