Con l’avvicinarsi del terzo anniversario della scomparsa di Guido Sgaravatti, noi di Sgaravatti Trend vogliamo rendergli omaggio.
Coloro che l’hanno conosciuto sanno quanto per lui fosse importante la diffusione dei suoi studi e del suo pensiero.
Un artista che spaziava a 360° gradi, riuscendo a trasferire nelle proprie opere cultura, amore per il prossimo e rara bellezza.
Un Maestro non solo in campo artistico, ma anche nella ricerca della natura umana e delle dinamiche della psicologia del profondo, argomenti sui quali ha scritto cinque libri molto apprezzati.
Anche con i maestri di Yoga, disciplina a lui molto cara, condivideva tempo e sapere con grande passione.
Mettendo in ordine ciò che ci ha lasciato, abbiamo trovato alcune rarissime copie del primo libro da lui scritto nel 1978, “La Logica dell’Irrazionale”.
Crediamo che, leggendolo, si possano ricavare tantissimi spunti ancora molto attuali su dinamiche sociali da correggere.
Ci sarà in programma di rieditarlo prossimamente, ma ci vorrà ancora del tempo.
Per ora vi invitiamo a leggere la prefazione che riportiamo qui sotto; in seguito, pubblicheremo regolarmente alcuni estratti del libro.
Grazie per chi vorrà seguirci in questo cammino.
Antonio Sgaravatti

Prefazione
Ringrazio l’Editore che mi ha invitato a presentare il mio lavoro di artista in una monografia, ma confesso il mio timore di divenire responsabile di un altro libro quasi inutile.
Purtroppo colloco molte monografie di artisti in questa categoria e, perciò, non voglio la solita monografia dentro la quale l’artista finisce, normalmente, imbalsamato, ma vorrei approfittare dell’occasione, che così gentilmente mi viene data, per esprimere alcuni pensieri.
Il fatto che molte delle pagine del libro saranno occupate dalle tavole mi aiuterà ad essere conciso, cosa che ritengo essenziale.
Leggo molto e quando entro in una biblioteca, resto, in genere, disturbato dall’eccesso di scelta che ogni branca dello scibile presenta.
D’altra parte, non posso che rallegrarmi di fronte ad una massa di carta stampata in mezzo alla quale emergono tesori autentici, ma ogni medaglia ha il suo rovescio.
Quantitativamente, vi è un eccesso di libri e, qualitativamente, prevale l’analisi sulla sintesi.
È questo un grosso problema della cultura, oggi, dal quale deriva una confusione di linguaggi ed un disorientamento del lettore colto e non specialista.
Dei libri che non servono a nulla non merita parlare, ma anche se si legge un buon libro, spesso ci si accorge che, alla fine, i pensieri validi, originali, che suggeriscono qualcosa, non sono molti e spesso sono diluiti in troppe parole.
Mi vengono in mente le medicine in cui la sostanza efficace è di gr. 0,00001 ed il resto è t.q.b. che significa «talco quanto basta».
Cercherò perciò un linguaggio il più chiaro e sintetico possibile anche se dovrò parlare di temi difficili.
Talvolta mi aiuteranno le tavole, in quanto l’immagine, per sua natura è più sintetica della parola e per questo, nella scelta delle mie opere darò la preferenza non a quelle artisticamente più significative per il mio curriculum di artista, ma a quelle più collegate ai pensieri che voglio esprimere.
Spero di riuscire a dire ciò che veramente penso.

Conosco il proverbio arabo: «a chi dice la verità regala un cavallo, ne avrà bisogno per fuggire». Cercherò di non esagerare nel dirla, ma vorrei proprio dirla, e se a qualcuno spiacerà, mi terrò pronto ad un approfondimento e ad una rettifica se non sarò stato sufficientemente obbiettivo.
Capisco anche che il mio discorso non sarà accetto a tutti per un altro motivo: sono stato affascinato fin da giovane dalla cultura orientale, sia indiana che cinese; si tratta di mentalità molto diverse dalla nostra ed ancora pressoché ignorate dalla cultura accademica ufficiale.
Personalmente ritengo che, sia in oriente che in occidente, in tutte le epoche, uomini intelligenti abbiano osservato i fatti della vita ed abbiano dato risposte intelligenti a questi fatti. Solo che, avendo usato linguaggi ed angoli di osservazione molto diversi ne sono sorti termini e schemi mentali differenti, per cui il mondo si trova con una cultura a paratie stagne.
Spero che le immagini mi aiutino a superare le difficoltà ed abbia pazienza il lettore se troverà concetti inusuali.
Se farà più attenzione alle sue esperienze di vita che alle sovrastrutture culturali, anche se sarò costretto ad usare per una stessa realtà concetti provenienti da diverse culture, non farà fatica a comprendere quello che dico. Da parte mia non ho voluto fare un lavoro per iniziati ed ho cercato di essere il più chiaro possibile augurandomi di riuscire ad abbattere alcune di quelle paratie che contribuiscono a dividere il mondo.
Il tema di questo libro è l’« UOMO », sia quando presento, nelle tavole, alcune delle mie opere di pittura e scultura, con cui, in un primo tempo ho cercato di trovare il mio linguaggio, sia quando, con 20 piccole tavolette ho voluto segnalare al lettore altrettanti problemi di psicologia del profondo.
In una serie di quadri infine ho presentato dei casi reali di vita vissuta.
Non mi si accusi di trattare di aspetti lontanissimi dello scibile come Arte, Psicologia, Medicina, Sociologia ecc. Parlo solo dell’Uomo oggi, alle prese con i suoi problemi e la sua cultura, come appare a me che sono un uomo, oggi, alle prese con le contraddizioni di una cultura che mi proviene da tutti i tempi e da tutte le parti del mondo.
So di non poter fare, da solo, un’opera, né sistematica, né completa, ma come pittore mi accontento di un tentativo di sintesi, di una traccia colorata tendente a ricondurre l’Uomo a se stesso.
Pregherei anche il lettore di non credere che da parte mia vi sia la volontà di mettermi in cattedra. Se vi si trovassero, in questo libro dei principii saggi, questi non sono miei, ma sono tratti dall’esperienza dei millenni passati e non faccio, in questo caso, che ripresentare dei valori che sono nostro patrimonio comune, in buona parte oggi obliato.
Se faccio poi delle critiche a posizioni oggi diffuse e sventolate come bandiere, questo avviene perché, per queste posizioni sono passato personalmente, magari sostenendole e vivendole e commettendo cosi tutte le fesserie che un uomo oggi portato a vivere e di cui tutti paghiamo le conseguenze, per cui so per esperienza diretta quanto siano pericolose e distruttive.
GUIDO SGARAVATTI, “La logica dell’irrazionale”