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Coronavirus: essere folli o responsabili?

Un’azienda non è altro che una piccola comunità: le dimensioni non sono certo quelle di uno Stato, ma è comunque necessario essere responsabili e seguire semplici e chiare regole, per evitare inutili rischi.

“Ordine e contrordine creano disordine” è solito dire il nostro capo: questa massima conserva la sua verità anche nell’emergenza sanitaria in cui ci troviamo.

Così vi vogliamo raccontare cos’è successo all’interno della nostra azienda quando il figlio di uno di noi è entrato in contatto con un positivo al Coronavirus.

smart working
Photo by Dimitri Karastelev on Unsplash

Cosa abbiamo fatto?

Per prima cosa, abbiamo avvertito tutti.

Non solo i colleghi, ma anche tutti gli “esterni” che nei giorni precedenti avevano frequentato l’azienda, per una riunione o una breve visita.

Senza allarmare nessuno, ma facendo presente che c’era un aumento del rischio, in modo da prestare maggiore attenzione anche in casa.

La persona coinvolta ha poi lavorato in smart working fino all’esito del tampone del figlio, che è risultato fortunatamente negativo.

Certo, alla fine tutto è andato bene, ma abbiamo sentito forte il dovere sociale di avvertire tutti coloro che erano entrati in azienda.

Bastano un semplice messaggino o una telefonata per avvisare del pericolo, poi un altro qualche giorno dopo, per comunicare che era stato un falso allarme.

Non costa nulla ed è utilissimo per prevenire altri problemi che avrebbero potuto sorgere se l’esito non fosse stato quello sperato.

La follia non è impegnarsi per difendere la comunità, sia essa azienda o Stato, ma è tacere o negare che il problema possa esistere.

Avvisare tutti in maniera preventiva, restando calmi e in sicurezza, ci ha aiutati a rimanere sereni.

Infatti abbiamo continuato a lavorare, seguendo le norme di distanziamento e di igiene come abbiamo sempre fatto, e tutto è andato per il meglio.

hand sanitizer
Photo by Kelly Sikkema on Unsplash

E se fosse andata male?

In ogni caso, probabilmente la persona isolata avrebbe trascorso la sua quarantena in smart working e non avrebbe passato il virus a nessuno, probabilmente avremmo dovuto sottoporci tutti a un giro di tamponi…ma è meglio prevenire che curare.

Il Coronavirus esiste ed è pericoloso, lo sanno anche i muri, ma dobbiamo continuare a lavorare altrimenti creiamo un danno enorme per tutti, per questo si devono scegliere comportamenti responsabili anche nelle aziende.

La scelta di essere più o meno attenti e scrupolosi è strettamente personale, ma siamo consapevoli che comportamenti inadeguati alla situazione possono creare gravi danni a tutti.

Perciò speriamo che all’interno delle aziende la maggior parte delle persone si comporti in maniera responsabile.

Ciò non vuol dire smettere di vivere, ma imparare a convivere con delle piccole attenzioni in più, che speriamo durino ancora per pochi mesi.

Questa settimana abbiamo fatto una riunione che ha coinvolto tutti, per individuare i corretti comportamenti da mantenere anche nella nuova sede per difenderci dal Coronavirus.

Non abbiamo mai allentato l’attenzione, ma essendoci trasferiti e vivendo spazi diversi rispetto a prima, era bene ribadire le normative in vigore già da marzo.

Restando uniti, attenti agli altri e responsabilmente sereni…speriamo che ne usciremo presto.

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