Il 26 aprile 2019 è venuto a mancare Guido Sgaravatti.
Dopo tre anni provo a parlarne.
Nella notte tra il 25 ed il 26 aprile 2019 veniva a mancare papà.
La mattina del 26 aprile suonò alla mia porta il suo amico Lorenzo. Era un venerdì, giorno che di solito trascorrevano in compagnia. Mi disse: “ Guido non apre la porta di casa”.
La sera del 25 lo avevo invitato a cena, ma lui mi aveva risposto che avrebbe cenato in casa con un’amica.
Mi parve strano non rispondesse; salimmo in fretta le scale e lo trovammo nella sua camera…addormentato per sempre.
Fu un evento di cui avrei fatto volentieri a meno; non è facile accettare la morte di nessuno, ma soprattutto di una persona a cui sei molto legato.
Il lutto, in questi tre anni, ho cominciato a elaborarlo e accettarlo. La morte fa parte della vita, è pur sempre un evento traumatico, ma è accettabile nella logica per cui, nella vita, i figli debbano superare il distacco terreno dai genitori. Non lo è mai viceversa.
È stato per me un distacco difficile: papà era una figura ingombrante, un uomo di enorme cultura, con fascino da vendere, mai pago dei risultati ottenuti, sempre in discussione anche con se stesso.
Un uomo di grande sapere, un ascoltatore molto attento ai bisogni altrui, un pensatore di altri tempi.
Il confronto tra di noi è stato a volte motivo di conflitto, a causa di alcune difficoltà nell’accettare i suoi punti di vista, che non condividevo in toto.
In questi tre anni anch’io sono cambiato: ho cercato di capire le origini dei miei problemi nei suoi confronti, di quelle tensioni che non rendevano fluide le dinamiche tra di noi, ho cercato di comprendere le sue posizioni.
È stato sempre una presenza.
Ho tentato di cogliere il meglio di ciò che mi ha insegnato. Mamma diceva sempre di cogliere i valori delle persone, non i difetti, perché saranno quelli a renderti uomo migliore.
La cosa più importante è che sono riuscito ad elaborare il lutto tramite la consapevolezza che anche papà, per quanto colto e preparato, era pur sempre un essere umano e, come tutti, era pieno di contraddizioni e difetti. Cosa che per me non era di facile accettazione.
Non puoi non voler bene ai figli, come non puoi non volerne a una Madre e a un Padre che ti hanno donato la vita.
Se i valori di base ci sono e sono buoni, riesci a ritrovare armonia anche con le tue radici.
È ciò che spero sia successo per me, anche se non ne sono certo, perché la vita mi ha insegnato a dubitare delle certezze.
Si parte dalla propria esperienza se si vuole aiutare il prossimo: è ciò che anche lui ha fatto nel corso dei suoi 94 anni di vita.
Sentiva il bisogno di introspezione e di aiuto al prossimo, anche perché, in tutta la sua vita, aveva visto e sofferto tensioni familiari importanti.
Le stesse che, volutamente o meno, ci portiamo tutte sulle spalle, perché fanno parte della nostra storia.
Il suo inesistente interesse nei confronti dei beni materiali e del denaro nascevano proprio dal fatto di aver visto come questi beni, di cui la sua famiglia disponeva in abbondanza nel passato, possano svanire in una sola generazione, se diventano il perno di interesse della famiglia.
Sono altri i valori che uniscono le famiglie, mentre spesso gli interessi economici dividono.
Da imprenditore ho dovuto imparare che per reggere un’azienda, come una famiglia, anche l’aspetto economico deve essere soppesato. A questo proposito, a causa del suo disinteresse totale, spesso eravamo in conflitto.
Ho però imparato da lui che i beni materiali sono effimeri e che quindi non possono essere il fulcro su cui tutto si muove all’interno di un’azienda. Sono però un aspetto importante, se si vuole rendere un’attività sostenibile nel tempo.
L’8 giugno 2022 festeggeremo il suo 97° compleanno inaugurando la Scultura dell’Arco, donata alla città di Padova da noi figli.
Di quest’opera parleremo prossimamente.
Ho voluto raccontare oggi questi tre anni trascorsi dalla sua scomparsa. Queste riflessioni sono un ricordo che faccio volentieri, mettendo a nudo i miei sentimenti.
Parliamo tutti più con il cuore e meno con la testa in questo periodo di grande difficoltà.
Lui ci riusciva, e avremmo tutti bisogno di riscoprire il valore delle persone…mi mancano i suoi saggi consigli.
Antonio Sgaravatti
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